"Faccio lo psicologo da più di 40 anni. Negli ultimi 20 mi sono occupato esplicitamente di traumi ed abusi all’infanzia. Nei precedenti 20 me ne sono occupato da sordo e cieco.
Primo Levi ricordava quanto previsto dai nazisti: ”Non vi crederanno.” Perché l’abuso è impensabile, indicibile, inconcepibile. Le vittime tacciono, confuse, travolte dall’incontrollabilità della propria vita, pensandosi colpevoli. E chi non vuole vedere, ascoltare, intervenire può tranquillamente continuare la propria vita, serenamente.
Fino a quando si inciampa in uno sguardo, in due parole scappate per sbaglio, in una collega che ha ascoltato, in un film, un libro, un amico, un parente… e il mondo esplode. Si “acquista” involontariamente una vista, un ascolto che si erano inconsciamente evitati per anni. E si vede.
Ci si può preparare, si può leggere, si possono studiare decine di libri, ma l’impatto resta devastante. E’ come, improvvisamente, ri-conoscere gli effetti di un terremoto da sempre negato. Si è travolti come da uno tsunami. Impossibile aggrapparsi a qualcosa. E ci si ritrova naufraghi, in un mondo altro. Come il protagonista del film “Il sesto senso” si vedono tragedie, sofferenze, ferite che gli altri non immaginano ed anzi evitano. Ed è dolorosissimo incrociare gli sguardi di chi si riconosce per la prima volta ri-conosciuto. Fa male. Fa male come pulire una ferita nella carne viva. E serve delicatezza. Delicatezza e fermezza.
Uno dei miei libri preferiti si intitola “Dove gli angeli esitano”. E’ scritto da Gregory Bateson ed esprime la necessità di esitare, a livello intra- ed inter-personale ad avere cieca fiducia nella propria coscienza. In un altro testo egli afferma che l’uomo “corrotto dall’inganno della finalità e dell’autocoscienza, ha perso la grazia, la naturalezza che animali ancora possiedono.” Egli prosegue: ”Perché si possa conseguire la grazia le ragioni del cuore si devono integrare con le ragioni della ragione. E l’arte è una delle principali forme della ricerca della grazia da parte dell’uomo.”
Il libro “Camminare sulle uova” di Mariapaola Parma è una splendida testimonianza di questa ricerca applicata alla clinica degli abusi infantili.
Affronta i traumi e gli abusi inizialmente sul piano teorico, con una completezza ed una competenza rare. Li descrive a livello neuropsicologico, a livello sintomatologico soggettivo e corporeo. A livello relazionale descrive i pattern più frequenti incontrati sia con le vittime che con i maltrattanti/abusanti. E’ un lungo, dettagliato, necessario percorso di avvicinamento. Poi arriva l’incontro. E qui l’autrice descrive con grande umiltà, coraggio e onestà la drammaticità dell’incontro con le persone abusate. Persone spaventate, dissociate, arrabbiate, confuse, fantasmi provenienti da altri tempi ed altre età. Persone che spaventano, confondono, si dissociano e dissociano chi si avvicina. Persone con cui si avverte la tremenda responsabilità di poter ancora ferire e far soffrire chi ha già tanto sofferto.
Ma Mariapaola Parma non scappa nelle tecniche, non si nasconde. Scava dentro di sé e trova il coraggio di fare la sua proposta. Una proposta di dare voce, mani, corpo, forme e colori a chi si è dovuto cancellare per sopravvivere alla cancellazione. Una proposta gentile, delicata, di art-therapy. In cui la necessità, l’urgenza riparativa incontra la delicatezza dell’arte, la capacità di far parlare gli inconsci che, senza alcun vincolo di utilità e di giudizio, dispiega la sua capacità di paziente, silenziosa accoglienza.
Il tutto non da soli. Superando faticosamente la vergogna che imprigiona nella solitudine, ci si incontra, noi, i feriti, gli abusati, le vittime. E in gruppo si disegna, si colora, se si vuole, si parla, si ascolta, si condivide.
Perché è la condivisione la vera cura. Condivisione che emerge come “il chiaro del bosco” di Maria Zambrano:
“Non bisogna cercarlo. Non bisogna cercare. E’ la lezione immediata dei chiari del bosco: non bisogna andare a cercarli, e nemmeno a cercare nulla da loro. Nulla di determinato, di prefigurato, di risaputo. (…) E se non si cerca nulla l’offerta sarà imprevedibile, illimitata.”
La grazia dell’Arte, Insieme."
Giovanni Di Cesare
Psicologo, Psicoterapeuta, Didatta del Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale (sede Iefcos di Roma)